Noi ci siamo arrivate al pomeriggio, nel bel mezzo di un temporale tuoni e fulmini. Abbiamo alloggiato a Tusayan, un accrocchio di hotel e ristoranti appena fuori dall'ingresso del parco, in un bosco di pini ponderosa che si estende fino all'orlo del burrone.
Il primo tramonto sul Canyon è stato cupo, freddo e grigio, sebbene all'orizzonte si accendesse una striscia infuocata.
Poi, nei due giorni successivi abbiamo cercato di affacciarci su questo spettacolo naturale evitando le migliaia di turisti. Siamo riuscite a scovare un paio di camminate facili al di fuori del giro infernale dei belvedere riuscendo a goderci qualche mezz'oretta di solitudine. Stare sul bordo del canyon e sentire solo il suono del vento che tra i pini assomiglia al rumore delle onde, è come stare su uno scoglio di fronte al mare: sai che è grande ma con lo sguardo non riesci a capire quanto. Così il Canyon: vedi decine di mesa, che in realtà sono montagne un po' piatte in cima, frutto di un'erosione geologicamente troppo veloce, e oltre, a parecchi chilometri di distanza, il bordo striato di bianco della sponda nord. Intuisci la grandezza, ma non vedi l'ampiezza del canyon principale, di quelli secondari che si confondono con le anse profonde del Colorado, per non dire delle centinaia di chilometri della lunghezza.
Insomma, un gran casino di canyon, di mesa, di bordi scoscesi e di strapiombi.
E' bello, perché è impossibile dire che quelle rocce, che continuano a cambiare colore e su cui le nuvole disegnano ombre sempre diverse, non compongano una scena magnifica, ma per noi è stato un po' come guardare una bellezza senza turbamento; immobile, immensa e distante.
Neanche l'immancabile giro in elicottero, che pure porta lo sguardo su prospettive inedite, è riuscito a farci sentire le emozioni provate a Canyonland. Lì davvero il paesaggio non è paragonabile a nulla visto finora dai nostri occhi e anche solo intuire lo sprofondo nelle viscere della terra è stato perturbante.
Ciò detto, camminando nei sentieri lungo il bordo era impossibile distogliere lo sguardo dal Canyon e l'ultimo tramonto, che era anche l'ultimo del nostro giro nei parchi, è stato in qualche modo nostalgico.
La domenica mattina, il giorno della nostra partenza, a Tusayan è arrivato Barack Obama, anche lui in visita al Grand Canyon con la famiglia. Noi ci siamo messe in fila sul bordo della strada insieme agli abitanti del villaggio, cioè i lavoratori degli hotel e dei ristoranti, e ai numerosi turisti. Abbiamo atteso che l'aereo del presidente atterrasse nel piccolo aeroporto accanto all'hotel, mentre la polizia preparava il percorso, chiudendo l'unica strada del paese e pattugliando la zona. Il corteo di auto nere, blindate e impenetrabili, è passato a gran velocità. Obama non l'abbiamo visto ma, come il Colorado in fondo ai canyon, siamo sicure che c'era davvero.
Il primo tramonto sul Canyon è stato cupo, freddo e grigio, sebbene all'orizzonte si accendesse una striscia infuocata.
Poi, nei due giorni successivi abbiamo cercato di affacciarci su questo spettacolo naturale evitando le migliaia di turisti. Siamo riuscite a scovare un paio di camminate facili al di fuori del giro infernale dei belvedere riuscendo a goderci qualche mezz'oretta di solitudine. Stare sul bordo del canyon e sentire solo il suono del vento che tra i pini assomiglia al rumore delle onde, è come stare su uno scoglio di fronte al mare: sai che è grande ma con lo sguardo non riesci a capire quanto. Così il Canyon: vedi decine di mesa, che in realtà sono montagne un po' piatte in cima, frutto di un'erosione geologicamente troppo veloce, e oltre, a parecchi chilometri di distanza, il bordo striato di bianco della sponda nord. Intuisci la grandezza, ma non vedi l'ampiezza del canyon principale, di quelli secondari che si confondono con le anse profonde del Colorado, per non dire delle centinaia di chilometri della lunghezza.
Insomma, un gran casino di canyon, di mesa, di bordi scoscesi e di strapiombi.
E' bello, perché è impossibile dire che quelle rocce, che continuano a cambiare colore e su cui le nuvole disegnano ombre sempre diverse, non compongano una scena magnifica, ma per noi è stato un po' come guardare una bellezza senza turbamento; immobile, immensa e distante.
Neanche l'immancabile giro in elicottero, che pure porta lo sguardo su prospettive inedite, è riuscito a farci sentire le emozioni provate a Canyonland. Lì davvero il paesaggio non è paragonabile a nulla visto finora dai nostri occhi e anche solo intuire lo sprofondo nelle viscere della terra è stato perturbante.
Ciò detto, camminando nei sentieri lungo il bordo era impossibile distogliere lo sguardo dal Canyon e l'ultimo tramonto, che era anche l'ultimo del nostro giro nei parchi, è stato in qualche modo nostalgico.
La domenica mattina, il giorno della nostra partenza, a Tusayan è arrivato Barack Obama, anche lui in visita al Grand Canyon con la famiglia. Noi ci siamo messe in fila sul bordo della strada insieme agli abitanti del villaggio, cioè i lavoratori degli hotel e dei ristoranti, e ai numerosi turisti. Abbiamo atteso che l'aereo del presidente atterrasse nel piccolo aeroporto accanto all'hotel, mentre la polizia preparava il percorso, chiudendo l'unica strada del paese e pattugliando la zona. Il corteo di auto nere, blindate e impenetrabili, è passato a gran velocità. Obama non l'abbiamo visto ma, come il Colorado in fondo ai canyon, siamo sicure che c'era davvero.
8 commenti:
Bello tutto, come sempre, e le vostre descrizioni di luoghi ed emozioni sono dense, precise e coinvolgenti.
Emozioni forti anche stavolta, comunque: i colori (il tramonto della foto n. 2 è straordinario), il volo, il Presidente (con l'Air Force One addirittura...). Anche stavolta non vi siete fatte mancare nulla!
Non vedo l'ora di leggervi su San Francisco, la mia preferita.
Avete fatto bene a lasciare Bubble per Picasa (anche perchè stava chiudendo): le foto si vedono benissimo e si caricano più velocemente. Oh, non sbagliate mai un colpo!!
Babaci.
Dettato:
Che bello il cavallo marrone. Felicetta Anto tanti baci da Davide e tanti cuori da Davide.
Che bella la roccia, vorrei venire tanto. Che belle tutte queste foto grazie anto e felix. Fate attenzione a non scivolare sulle rocce.Anto e Felix è vero che le rocce sembrano di cioccolata?
ciao Anto e Felix.
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BELLO CAVALLO POI tanti baci feliss e anto, voglio bene e poi ti amo. Foto belle .....basta papà !
Brave, brave, brave.
Miki
Mi piace molto questo "guardare una bellezza senza turbamento...", rende molto l'idea. Le foto sono comunque grandiose! E poi è vero che con picasa si vedono meglio e scorrono da sole
baci baci
Nellie
Nellie Nellie, i tuoi complimenti per le foto valgono doppio. Speriamo solo che lo scorrimento di Picasa a cui ti riferisci sia quello che si ottiene facendo click sulla foto piccolina e poi di nuovo click su "schermo intero". Sennò che gusto c'è a guardarsi una fototessera del Grand Canyon? Grandi baci.
Ciao alle 2babagain e a Miki e a Pier, Betty e Davide e Arianna...Grazie forever alla pazienza delle Babs che ci allietano gli occhi ed il cuore con il loro sito e grazie ai dettati e ai disegni (vero Miki ??) dei bloggers.
Baraja é sempre attento e "dentro" la notizia, io arrivo un po' dopo perché il computer é spesso occupato da jacomerco, però vi seguo sempre. Abbiamo sofferto molto il caldo qui e con gioia domani partiamo per 5 gg in montagna. Vi saluto e vi abbraccio forte e .. see you soon!! Barbara
Sull'onda di questo clima vacanziero vi annuncio che a settembre non sarò con voi. Partiamo per la Sardegna il giorno 3 per 10/12 giorni.Altre notizie ve le mando via e mail.
Buona vacanza a Barby e famiglia-
Miki
Complimenti per il bel reportage di viaggio, anche troppo affollato e grande resta un luogo da visitare almeno una volta.
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