mercoledì 29 luglio 2009

New York

Come si fa a raccontare un luogo che tutti già conoscono? Come si fa a descrivere quello che si vede facendo finta che non siano esistiti tutti gli scrittori che ce l'hanno già raccontato, tutti i registi che ce l'hanno già mostrato? Come si può pensare a New York senza che ciascuno proietti immagini dei propri ricordi diretti o di quelli che il cinema, la letteratura, la musica e la televisione hanno fatto diventare nostri?
La nostra risposta è:

non si può.
Infatti, senza neanche provare a dire qualcosa di intelligente, vi raccontiamo solo delle aspettative confermate e delle impressioni inaspettate di questi primi giorni.
Per il resto il nostro arrivo è stato ordinario: abbiamo perso la coincidenza a Londra, hanno smarrito le nostre valigie (poi riconsegnate in albergo), siamo state catapultate in città a bordo di un bus express che ci ha scaricate nei pressi di Grand Central Station, dove, suddivisi in gruppi più piccoli, siamo state prese in consegna da un Forrest Gump nero e attempato e poi, stipate su un pulmino, accompagnate davanti all'albergo, all'angolo della 5th Avenue, a due isolati da Time Square. Che solo a dirlo fa impressione; ma solo a dirlo.

Conferme:
  • Le persone sono davvero gentili: per strada gli uscieri ti salutano quando passi e ti augurano buona giornata.
  • L'unico motivo per cui New York vale il viaggio sono i musei.
  • Il Metropolitan è ricco di belle opere di tutta l'arte di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
  • Il MOMA è un museo interessante.
  • Gli americani sono sempre un po' più entusiasti di quanto parrebbe normale, sempre un po' troppo allegri e simpatici, hanno sorrisi XXL. Sarà per questo che ogni tanto qualcuno imbraccia la carabina e fa fuoco a caso.
  • Gli scoiattoli a Central Park ci sono davvero.
  • Le persone camminano con un bicchiere di caffè in una mano e il cellulare nell'altra. Spesso i cellulari sono due.
  • Entrare e uscire free da un museo, mostrando il badge aziendale, saltando anche le lunghe file, è bellissimo.
  • I newyorkesi mangiano quando come dove possono.
  • Camminare guardando i ritagli di cielo tra i grattacieli fa venire la cervicale.
  • Qui chiamano i taxi come nei film, agitando la mano in mezzo alla via.
  • I neri fanno davvero gli stessi lavori dei bianchi. Addirittura ce n'è uno che fa il presidente.
  • Tutti i turisti che passano da New York vanno a vedere la statua della Libertà. Anche noi ci abbiamo provato prima di vedere la coda interminabile sotto al sole e decidere di farci rimborsare il biglietto e ritentare al ritorno.
  • L'aria condizionata e la musica sono dappertutto.
  • L'aria afosa e il rumore del traffico sono dappertutto.
  • E' difficile veder passare un aereo tra i grattacieli e non pensare.

Sorprese:
  • A New York si sente quasi più spesso parlare spagnolo che inglese.
  • Il burro di arachidi non sa di burro, sa di arachidi ed è buono.
  • New York non è una bella città.
  • Starci dentro, anziché guardarla da fuori, non è da colpo al cuore.
  • Il Guggenheim è una "sola": bell'edificio, pochissime opere esposte. Della più grande collezione al mondo di Kandinsky (195 pezzi) abbiamo viste solo 4 quadri "minori". Il biglietto è un furto.
  • New York è una città sporca: carte per strada, resti di cibo, la sera cumuli di sacchi della spazzatura, la mattina odori stantii a cui si aggiungono quelli "freschi" dei banchetti di cibo.
  • Gli impressionisti esposti al MET fanno più impressione di quelli parigini (e l'allestimento qui è eccellente).
  • La metropolitana è vecchia e un po' malconcia.
  • Gli autobus sono puliti ed efficienti.
  • Il ketchup artigianale è buono.
  • Le signore per strada hanno sempre due borse.
  • I tuoni tra i grattacieli fanno l'eco.

Continua...

Welcome (click on play)


Get a Voki now!